Mercoledì 7 dicembre alle ore 18,00 si inaugura alla Casa del Rigoletto VOLTI DELLA BASSA PADANA, la nuova mostra fotografica di Giuseppe Morandi. "Vorrei che guardassimo le fotografie realizzate da Morandi in sequenza, in serie, per cercare di capire il senso dell’invenzione di un fotografo che sta dentro le storie della gente. Il nuovo della ricerca “Volti della Bassa padana” è proprio qui, nella storia, anzi nelle storie della gente, e il suo essere diverso è ancora proprio qui, nel limitare le azioni in pratica al nulla, lasciando che a parlare siano le tracce delle persone, le tracce che la vita ha lasciato sulla loro figura, sugli abiti, nelle espressioni. Morandi è un raccontatore molto attento, sottile, ironico, presente, in apparenza un documentatore distaccato e non partecipe, invece di una profonda, intensissima sottile umanità.
Ho in mente molti altri documenti sulla gente, sulle persone, anche su “un paese”; ho in mente dunque August Sander con le sue tipologie della cultura germanica […] ho in mente la FSA e sopra tutti una fotografa che si è fatta l’America, anzi gli Stati Uniti, in automobile, per vedere, per capire. Ebbene, Dorothea Lange non sembra avere proprio in mente un’analisi della persona, del singolo, non ha modo neppure tempo forse, per conoscere le persone, per delimitare la loro storia, per capire i loro drammi individuali; per lei l’eroe, anzi gli eroi, sono “tipi”, sono categorie di lavoratori, e il loro dramma diventa sempre dramma universale. […] La Lange limita l’accento posto sulle figure che diventano come accessori che diventano come accessori di un sistema […]. Certo con Cesare Zavattini e Paul Strand il discorso apparentemente è diverso e, in qualche maniera, più coincidente con quello di Morandi; ma ci si sbaglia: infatti Strand riprende l’idea della Lange, riprende la funzione del frame, della cornice-riquadro che è insieme anche strutturante finestra aperta su una realtà. […]
Così sembra difficile trovare delle parentele per questo nuovo lavoro di Morandi, anche e forse perché non sul piano della storia della fotografia soltanto si dovrebbe ricercare, ma altrove, nella costruzione del racconto neorealista. […] No questi non sono ritratti solamente, questi sono il segno di un lavoro attento durato anni sulle singole persone, sulla loro storia, quella che si scava, foto dopo foto, incontro dopo incontro, nei volti, nei gesti, persino nel ritmo dei passi: non è soltanto l’attenzione alla durata, al trascorrere del tempo, quella che si coglie in Morandi, ma ben altro, una volontà di costruire un racconto che ancora punti sulle distanze di classe. […]
A Morandi interessa il lavoro e lo spazio, la dimensione dell’uomo e dell’umano per poter trovare in questa dimensione una ragione di esistere, per trovare spazi per dialogare. […] Mi sembra proprio che, nella ricerca di questo fotografo, ma con tanta esperienza e storia, e anche libri alle spalle, in questa ricerca sulla durata dell’immagine nella sua e nella nostra memoria, in questa storia di personaggi di un solo racconto, che è quello del paese, stia una novità di invenzione che altrove non troviamo e che ci conferma Morandi non più solo narratore del mondo contadino ma narratore, e narratore intensissimo, della crisi di quel mondo nel confronto con la realtà della cultura diversa dell’universo nuovo della plastica, della pubblicità e della solitudine. […]
Anche un fotografo umanissimo come lui può dunque cantare, e lo fa qui, un epicedio, un canto di morte."
ARTURO CARLO QUINTAVALLE
Introduzione alla mostra “Volti della Bassa padana”, Mazzotta, 1984
VOLTI DELLA BASSA PADANA
Fotografie di Giuseppe Morandi
A cura di Lega di cultura di Piadena
Giuseppe Morandi, nato nel 1937 al Vho di Piadena (CR) da una famiglia contadina, fotografa dagli anni Cinquanta del secolo scorso, inizialmente stimolato dal noto pedagogista, scrittore ed insegnante Mario Lodi (Piadena, 1922 – Drizzona, 2014) con cui pubblica nel 1962 I Quaderni di Piadena. L’altro incontro fondamentale per Morandi è quello con Gianni Bosio, alla fine degli anni Cinquanta, storico ed editore delle Edizioni Avanti! attraverso il quale matura la sua visione politica che lo spinge a fondare nel 1967 la Lega di Cultura di Piadena insieme a Gianfranco Azzali. Per la casa editrice Mazzotta vengono pubblicate diverse raccolte di fotografie, tra cui I paisan (1979), Volti della Bassa padana (1984), Cremonesi a Cremona (1987), Quelli di Mantova (1991), La mia Africa (2001), Vecchi e nuovi volti della Bassa padana (2011). Nel 1999 pubblica con Electa la ricerca fotografica Uomini terra lavoro in collaborazione con la Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia. Come scrittore si è fatto apprezzare per la raccolta di racconti La proprietaria del morto; mentre da regista ha realizzato diversi film e documentari, dagli anni '50 ad oggi, sulla vita nella Bassa Padana (I paisan presentato al festival di Locarno nel 1999, Il falò di Pescarolo (CR) realizzato nel 2016 per l’Archivio di etnografia e storia sociale di Regione Lombardia). Nel 2008 ha presentato il film I colori della Bassa in anteprima al Festival di Venezia.
La mostra è visitabile tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 18,00 ad ingresso gratuito fino all'8 gennaio 2023
Giorni di chiusura: 25 dicembre, 1 gennaio