A ricordare il suo pensiero è stato il sociologo e amico Giuseppe De Rita che ha parlato di cinque facce del «prisma Zaniboni»: la prima era l'intenzionalità «virtù medievale»; la seconda «quel blocco sociale che puntava a costruire attorno alla nuova borghesia, la terza faccia era il territorio, «strumento per far crescere dal basso quel blocco sociale»; e poi il rapporto con gli altri, la sua «capacità di creare alleanze» e, quindi, liste e movimenti politici; infine la classicità, «le sue radici nella cultura classica che gli davano la forza per essere ottimista, combattente e, al tempo stesso, dolce».
Prima di lui sono intervenuti il presidente della Cdc Carlo Zanetti per ricordare il contributo di Zaniboni alla modernizzazione dell'ente camerale. Quindi, il presidente della Provincia Alessandro Pastacci, uno dei suoi allievi nella formazione politica Comunità e Territori, mentre il sindaco del capoluogo, Nicola Sodano, ha evidenziato «il grande rispetto che aveva delle istituzioni». L'incontro è stato moderato dal direttore de L'Espresso Bruno Manfellotto e concluso dal presidente di Alitalia e Piaggio, Roberto Colaninno. Ha portato il saluto Bruno Tabacci, amico di tante battaglie nella ex sinistra Dc.